Case History

Storie di cambiamento

Il detto predicare bene e razzolare male non mi è mai piaciuto, per questo motivo prima di iniziare ad applicare il mio metodo sugli altri l’ho sperimentato su me stesso e così continuo a fare. In questo modo provo prima di tutto sulla mia pelle ogni fase del processo che porta al raggiungimento degli obiettivi. Ciò che voglio insegnare a chi si affida a me è la conduzione di uno stile di vita attivo e salutare che sia sostenibile e perseguibile per sempre.

La storia di Sara: addominali scolpiti a 40 anni!

“Ho conosciuto il Dott. Alberto Bazzu a gennaio 2018 e da lì in poi la mia vita è cambiata.

Nel corso del primo appuntamento Alberto ha subito inquadrato la mia situazione e, dopo una accurata e minuziosa visita, mi ha fatto tantissime domande sul mio modo di mangiare, sulle mie preferenze, sugli orari del mio lavoro. Inoltre insieme abbiamo approfondito gli obiettivi e lo stato di performance che avrei voluto ottenere in allenamento.

Dopo pochi giorni ho ricevuto il mio piano. L’incipit era questo: “PRENDITI CURA DEL TUO CORPO, E’ IL LUOGO NEL QUALE VIVRAI PER TUTTA LA VITA”. Ho deciso di seguire il consiglio e da allora la mia vita e il mio approccio al cibo sono decisamente cambiati in meglio.

Grazie alla consulenza nutrizionale di Alberto ho imparato a mangiare, ho capito come bilanciare gli alimenti nel corso della giornata e nel lungo periodo. Ho capito che non bisogna mai avere fretta.

La mia massa muscolare è aumentata e le mie performance negli allenamenti sono notevolmente migliorate.

Lo scorso anno Alberto ha seguito la mia alimentazione anche durante la preparazione di una gara di corsa. Era la prima volta che partecipavo ad una competizione e lui mi ha accompagnata fino al pasto prima della gara. Il risultato? Ottimo per me! Mi sono classificata tra le prime donne concorrenti.

Sono rinata. Il mio corpo esteticamente è migliorato e oggi a 42 anni grazie ad Alberto sono riuscita ad avere il tanto desiderato addome scolpito, cosa che prima era solo un’utopia!

Continuo tutt’oggi ad essere seguita da Alberto continuerò a farlo perché grazie a lui sono una persona consapevole, finalmente serena ed in ottima forma.

Consiglio il Dott. Bazzu a tutti!”.

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Il percorso di Sara

Come già detto da Sara il nostro percorso è iniziato a gennaio 2018.
Alla prima visita lei era un po’ titubante e impaurita. Ho avuto infatti la sensazione che nel suo passato nutrizionale ci fosse stato qualcosa di particolare che l’avesse segnata. Il suo verbale verso il cibo e verso il suo fisico aveva una connotazione di sconfitta, quasi come se il tentativo di venire da me fosse l’ultimo di una lunga serie di prove ed errori non andati a buon fine, l’ultimo tentativo prima della completa rassegnazione.

Dopo circa 90 minuti di colloquio e relative analisi strumentali per capire quale fosse la sua condizione iniziale, avevo benissimo in mente la strategia da utilizzare per far sì che Sara potesse finalmente raggiungere i suoi obiettivi ma soprattutto per farle cambiare l’approccio negativo verso il cibo e verso se stessa che aveva costruito nel tempo.
L’unica cosa che le chiesi fu “fidati di me”.

 

La fobia dei carboidrati

Sara aveva il sogno della tanto amata ‘tartaruga’ addominale ma pensava che a 40 anni fosse impossibile da raggiungere. Aveva la fobia dei carboidrati. Pensava che sarebbe bastato mangiarne un po’, peggio ancora se a cena, per ingrassare immediatamente.

Ecco, questi erano i punti sui quali mi sono concentrato: le credenze limitanti che incatenavano Sara al suo approccio negativo. Se non le avessimo sgretolate immediatamente le avrebbero causato l’ennesima sconfitta.

Quindi l’approccio iniziale è stato quello di una dieta ipocalorica nella quale abbiamo mantenuto le proteine mediamente alte, i grassi abbastanza bassi ma i carboidrati relativamente alti rispetto a ciò che Sara pensava fosse possibile.

Gia’ dal primo mese i risultati hanno iniziato a farsi vedere. Sara non riusciva a capacitarsi di come mangiando quella quantità di carboidrati, mai mangiata prima, potesse perdere peso e centimetri nella circonferenza addominale.

 

Dopo 60 giorni

Dopo 60 giorni ci siamo visti per un controllo e i risultati assolutamente positivi hanno permesso a Sara di iniziare finalmente a credere in se stessa. La sua motivazione aumentava, facendole intravedere finalmente ciò che desiderava raggiungere.

Il percorso è continuato mantenendo lo stesso apporto calorico e lo stesso bilanciamento dei macronutrienti. L’intervento si è invece concentrato sull’allenamento. Molto spesso Sara oltre all’allenamento, che svolgeva in maniera proficua in una palestra della sua città, andava a correre per conto suo con la convinzione che più ci si allena più si migliora.

Ovviamente questa credenza era ed è assolutamente errata, soprattutto in regimi nutrizionali ipocalorici. Il suggerimento è stato di diminuire le uscite di corsa e di svolgere solo gli allenamenti previsti.

Come un “buon soldato” Sara ha seguito le indicazioni facendo tutto ciò che doveva esser fatto nel migliore dei modi. Così dopo circa 6 mesi dall’inizio del percorso la condizione di Sara è passata da quella che vedete nella foto a sinistra a quella della foto a destra.

 

Una nuova mentalità

Questo però è stato solo l’inizio del nostro percorso che dura ormai da oltre 3 anni.

Come già accennato, questo primo approccio è servito per far cambiare la mentalità di Sara allontanandola dalle proprie credenze negative. Ha potuto dimostrare a se stessa che l’addome scolpito si può ottenere anche a 40 anni e che mangiare 120g di pasta a pranzo e 100g a cena non compromette assolutamente la forma fisica ma anzi la può migliorare!

Da lì in poi il nuovo obiettivo è stato di educarla alla corretta nutrizione, riportando gradualmente le calorie a quelle di mantenimento e insegnandole a gestire la propria alimentazione con equilibrio. Sara ha ristabilito le proprie sensazione di fame e sazietà costruendo nel tempo un approccio nutrizionale salutare, consapevole e perseguibile per tutta la vita.

Il merito dei risultati va a Sara per la sua tenacia: è stata un vero “soldato” nello svolgere magistralmente tutto quello che doveva esser fatto senza se e senza ma. Brava Sara!   

La storia di MANUEL

“La prima volta che ho sentito parlare di Alberto è stato grazie ad una ragazza della mia palestra la quale mi consigliò di chiedergli un parere sulla dieta che stavo seguendo e di farmi seguire da lui.
Ero infatti arrivato ad un momento drastico a causa dei pochi pasti e delle pochissime calorie introdotte. Avevo anche iniziato a soffrire durante la notte di attacchi di fame che mi portavano ad alzarmi dal letto per mangiare di tutto. Tutto questo mi aveva creato numerosi disturbi aggravati dal diabete tipo 1 di cui soffro e dai conseguenti sbalzi glicemici anche con perdita dei sensi.

I consigli di Alberto mi hanno rivoluzionato la vita. Grazie alla sua consulenza nutrizionale e alla sua metodologia, nel giro di soli 4 mesi ho iniziato a mangiare “spensierato”, senza tutti quei pensieri negativi sul cibo che avevo prima e senza sbalzi glicemici. Non pensavo che questo fosse possibile!

Sono riuscito a eliminare qualsiasi tipologia di zucchero che prima utilizzavo per correggere la glicemia ma soprattutto in soli 4 mesi la mia emoglobina glicata è scesa da 8.0 a 6.9, un valore perfetto e fantastico per chiunque sia diabetico.

Grazie ad Alberto adesso vivo l’allenamento come un divertimento e una passione, anziché come un modo per bruciare calorie. Prima facevo 3/4 allenamenti al giorno per compensare ciò che mangiavo ma senza ottenere alcun risultato. Ora invece, grazie ad Alberto, faccio solo un allenamento giornaliero, ottenendo il quadruplo dei risultati rispetto a prima.  

Non posso fare altro che ringraziare Alberto, una persona stupenda e molto preparata in questo campo.

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Il percorso di Manuel

La storia di Manuel è particolare, in quanto rispetto a molti altri pazienti ‘’sani’’, Manuel soffre di una patologia infida, ovvero il diabete tipo 1. Questa è una patologia di cui l’esatta causa è ancora in corso di approfonditi studi ma comunque si tratta di una problematica autoimmune. Per motivi ancora non chiariti il sistema immunitario attacca alcune cellule del proprio organismo causandone la perdita di funzionalità. In questo caso parliamo delle cellule pancreatiche deputate alla produzione di insulina.

Ciò che mi ha colpito di Manuel è stata la particolare calma e il grande interesse nel comprendere esattamente cosa stesse succedendo al suo organismo: perché si trovasse in una situazione nutrizionale che comprometteva la vita di tutti i giorni e cosa si potesse fare per risolvere il problema. Da questo ho capito subito che Manuel era fortemente motivato a mettersi in gioco e fare ciò che andava fatto per stare meglio.

 

La situazione di partenza

Come già descritto da lui stesso, quando l’ho conosciuto si trovava in una situazione ormai critica. Il suo approccio al cibo era compromesso visto che mangiava pochissimo per paura di aumentare di peso e per paura di sballare i valori glicemici. Inoltre per compensare svolgeva esercizio fisico in maniera compulsiva per 3 o 4 volte al giorno dopo i pasti, pensando di bruciare più calorie e di abbassare la glicemia.

Il nostro primo incontro, oltre ad avere carattere anamnestico ed essere orientato a testare i parametri antropometrici e bioimpedenziometrici, è stato di carattere educativo, cioè è servito a far comprendere a Manuel che il suo approccio e il suo comportamento non stavano facendo altro che peggiorare la sua condizione fisica e patologica. Pertanto ho cercato di fargli capire sinteticamente come il nostro corpo funziona e come bisognerebbe gestire la patologia diabetica di tipo 1 dal punto di vista nutrizionale e dell’allenamento.

 

L’intervento

Prima del nostro incontro Manuel mangiava pochissimo in relazione alla sua età e alle sue caratteristiche fisiche, ossia meno di 1500 kcal per un ragazzo di 20 anni alto 170cm con una buona massa muscolare. Pertanto il primo approccio è stato orientato su tre fronti:
fargli assumere una quantità di kcal pari alla sua normo-calorica
ridurre gli allenamenti ad una singola sessione giornaliera
regolare la quantità di insulina da somministrarsi in funzione della quantità glucidica introdotta e in funzione dell’entità dell’allenamento che da svolgere.

Dopo 60 giorni, al secondo controllo, i suoi valori glicemici giornalieri si erano stabilizzati, la sua emoglobina glicata era scesa, non aveva più avuto cali energetici e durante gli allenamenti sentiva di avere energie da vendere, tant’è che la sua massa grassa era diminuita e quella magra invece aumentata.

 

Oggi, dopo quasi un anno

Ormai è quasi un anno che seguo Manuel e in questo arco di tempo è passato dalla condizione della foto a destra alla condizione attuale della foto a sinistra, passando da una dieta inferiore a 1500 kcal a una dieta che gradualmente lo ha portato ad assumerne oltre 3000.
Ma la cosa che più mi gratifica è che Manuel sta bene, ha imparato a gestire e controllare la patologia, ha riacquistato regolarità intestinale che prima si aggirava intorno alle 2 o 3 volte alla settimana. Finalmente si sente una persona normale e non più un malato che deve combattere a vita con il diabete di tipo 1.

Questo e la sua testimonianza mi rendono felice perché mi fanno capire che pian piano sto mettendo in pratica ciò che ho descritto nella mia Mission.

I complimenti però vanno sempre a chi ogni giorno fa quello che deve essere fatto per raggiungere i propri obiettivi. Grande Manuel!